Il 3 maggio 2024 è stato emanato il decreto legislativo n.64, un documento che affronta il tema dei diritti delle persone con disabilità.

Questo documento ha assunto validità a partire dal 30/06/2024 ed è stato interessato da alcune importanti modifiche, anche e soprattutto relativamente alle definizioni in materia di disabilità e al linguaggio da utilizzare quando si parla di disabilità e delle persone che ne fanno esperienza.

Gli obiettivi del documento (descritti nell’Articolo 1), sono:

  • assicurare alla  persona  il   riconoscimento   della   propria condizione di disabilità, per rimuovere gli ostacoli e per  attivare i sostegni utili al pieno esercizio, su base di uguaglianza  con  gli altri, delle libertà  e  dei  diritti  civili  e  sociali  nei  vari contesti di vita, liberamente scelti.
  •  garantire, in coerenza con la Convenzione delle  Nazioni  Unite  sui diritti delle persone  con  disabilità,  fatta  a  New  York  il  13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva con legge 3 marzo 2009, n.18, l’effettivo  e  pieno  accesso  al  sistema  dei  servizi,  delle  prestazioni, dei supporti, dei benefici e delle  agevolazioni,  anche attraverso il ricorso all’accomodamento ragionevole e al progetto  di vita individuale, personalizzato e partecipato secondo i principi  di autodeterminazione e non discriminazione.

Perchè questi obiettivi siano percorribili e infine raggiunti, un ruolo centrale è svolto dal linguaggio, ossia dalle parole con le quali chi fa esperienza della disabilità viene definito e descritto. L’Articolo 2 del DL infatti, definisce nello specifico i significati corrispondenti a formule e descrizioni delle condizioni di vita e salute delle persone con disabilità, nonché degli strumenti per la valutazione, il supporto e l’accompagnamento all’autonomia dell’utenza.

Ma è con l’Articolo 3,  infine, che il documento raccoglie e descrive le più importanti modifiche nel linguaggio da utilizzare per parlare di persone con disabilità e della loro esperienza di vita.

Per prima cosa si definisce persona con disabilità chi presenta durature compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri, accertate all’esito della valutazione di base.

Ovunque ricorrono, in qualsiasi ambiente e contesto sociale, lavorativo, dei servizi o di altro tipo, le parole «persona handicappata», «portatore di handicap», «persona affetta da disabilità», «disabile» e «diversamente abile», sono sostituite da «persona con disabilità»;

Anche la parola «handicap», ovunque ricorre, è sostituita da «condizione di disabilità» e le parole: «persona handicappata», «portatore di handicap», «persona affetta da disabilità», «disabile» 𝗲 «diversamente abile», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «persona con disabilità».

Anche le formule che definiscono e valutano le diverse situazioni che possono caratterizzare il percorso di vita delle persone con disabilità sono interessate da significative modifiche:

le parole «con connotazione di gravità» e «in situazione di gravità», sono sostituite da «con necessità di sostegno elevato o molto elevato» così come le parole: «disabile grave», ove ricorrono, sono sostituite dalle seguenti «persona con necessità di sostegno intensivo».

Sono informazioni importanti, cambiamenti apparentemente piccoli ma molto significativi per continuare a pensare e progettare un mondo sempre più allenato a valorizzare le diversità. Potete trovarle riassunte in questo video!

Siamo convinti e convinte che compiere scelte linguistiche consapevoli quando si parla delle persone e delle loro diverse esperienze di vita, sia un grande e importante passo verso la costruzione di un contesto sociale e culturale realmente inclusivo.

Leggi e scarica queste slide! E condividile con chi vuoi, colleghi e colleghe, amici e amiche!

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